Storia

Il territorio di Émarèse, benché situato ad una quota relativamente elevata, fu frequentato e abitato fin dai tempi remoti. Numerosi sono infatti i ritrovamenti che vi attestano una presenza umana già in epoca preromana e romana.

I Celti, i Salassi e l'epoca preromana

In particolare, la zona intorno alla frazione di Chassan, ricca di giacimenti minerari, pare fosse conosciuta e controllata dal fondovalle sin dall’età del ferro (tra il 950 e il 720 a.C.). Infatti, è qui che viene individuata la prima tomba celtica della regione, appartenente probabilmente alla prima età del ferro e situata nella località chiamata ancor oggi tchan ariòn (campo rotondo), toponimo che ne evoca la forma rotondeggiante. Il tumulo, oggi parzialmente spianato, misura circa 45 metri di diametro ed è individuabile attraverso la serie di grossi ciottoli che ne sottolineano il perimetro. Alcuni sondaggi archeologici hanno portato alla luce alcuni frammenti ceramici ed una pepita d’oro di circa 10 grammi, attualmente conservata presso il Museo Archeologico Regionale.

Inoltre, non distante dalla tomba tumulo, sono state individuate numerose “coppelle”, ossia piccole cavità scavate nella roccia e disposte irregolarmente, che secondo le diverse interpretazioni, rappresenterebbero i punti di riferimento di mappe idriche, astronomiche e geografiche, oppure degli altari sacrificali.
Il tumulo di Chassan sembra essere collegato ad altri insediamenti dello stesso periodo, come il sito archeologico sul monte Tantané (visitabile seguendo l’omonimo percorso naturalistico all’interno del comune de La Magdeleine) o il dolmen semidistrutto localizzato presso il Col d’Arlaz.

L'avvento dei Romani

A partire dal I° secolo dopo Cristo, sono presenti tracce della prima romanizzazione della zona. Probabilmente doveva essersi insediata una piccola comunità dedita all’agricoltura e allo sfruttamento delle risorse minerarie. Nella zona erano infatti presenti miniere di amianto e d’oro. Verosimilmente i minerali estratti venivano trasportati al fondovalle per essere commercializzati lungo la Via Ad Gallias (Strada Romana delle Gallie).
Tracce della presenza romana sono state rilevate anche nella frazione di Sommarèse. Oltre ai numerosi frammenti di ceramica, furono rinvenute anche delle statuette in bronzo o in rame (le testimonianze discordano) che, dopo esser state portate a Chatillon, per motivi ancora poco chiari, furono inviate a Parigi ad inizio 1800. Nel 1848, invece, venne trovata una statuetta in bronzo alta 12,4 cm raffigurante un giovane liberto (un giovane schiavo affrancato). Anche questa statuetta, dopo aver transitato nella Collezione Gal, è andata persa.
Una tomba, sempre a Sommarese, confermerebbe la presenza anche in età tardo-antica (tra il 200 e il 700 d.C.). In questa tomba romana è stato trovato un anello d’oro su cui è raffigurata la parca Cloto intenta a filare.

Il Medioevo

All’inizio del XIII secolo, il villaggio di Érèsaz figurava tra le terre di proprietà della Chiesa di Sion. Questa diocesi comprendeva quasi per intero il cantone Vallese in Svizzera, ma – come affermato in un documento del 1219 – comprendeva molti territori valdostani tra cui Saint-Vincent, Montjovet e, appunto, Emarèse che viene chiamato anche Aymarese o Ymarese. Con questi nomi viene indicato in documenti successivi in cui appare essere parte della Signoria di Montjovet.
La storia, a questo punto, si complica. I territori del Comune di Emarese passano in dote alla famiglia Challant, una delle più importanti della Valle d’Aosta. Nei vari passaggi tra gli Challant e i Savoia, Emarese nel 1438 venne ceduta da Francesco di Challant, oberato di debiti, ad Amedeo VIII di Savoia, detto il Pacifico.

Questo passaggio fu estremamente positivo per Emarese in quanto, 50 anni dopo, il duca Filiberto di Savoia, per riuscire a rispondere più rapidamente alle necessità dei suoi sudditi, concesse alle signorie di Bard, Chatel-Argent, Cly e Montjovet (di cui faceva parte Emarese) di eleggere i propri rappresentanti. Fu così che, già dalla fine del XV secolo, nacquero le figure del sindaco e del consiglio.

Negli anni successivi il feudo di Emarese cambiò sovente il signore. Verso la fine del Cinquecento (1586) fu infeudato a Claudio di Challant di Fenis che le cedette dieci anni dopo a Luigi di Moretto che le barattò con un’altra signoria rendendole ai Savoia. Nel Seicento (1635) i quattro villaggi di Aymarese, Sommarese, Eresaz e Chassan furono ceduti al signor Pierre Leonard Roncas, barone di Chatel-Argent, che li passò al suo primo segretario, Marc Antonie Decré, che assunse il titolo di Signore di Aymarese, titolo ereditato dal di lui figlio Sulpicio che aveva due figlie femmine. La secondogenita, sposata con il medico Brunod di Chatillon, ereditò il titolo così che il suo palazzo (ancor oggi visibile) prese il nome di La Tour d’Emarese.

L'800 e le Guerre d'Indipendenza

Un particolare degli antichi fucili conservati in Municipio (ph. Walter Meregalli)
L’inizio dell’Ottocento vide la Valle d’Aosta inglobata nell’Impero francese per poi ritornare sotto il Regno di Sardegna con la Restaurazione del 1815. I suoi uomini furono chiamati a servire dapprima nella Grande Armée di Napoleone e, successivamente, ad essere arruolati nel Regno Sabaudo, per le guerre d’indipendenza che hanno condotto alla formazione dello stato unitario, nonché per la guerra di Crimea.

Emarese fu uno dei comuni che percentualmente fornì il numero più elevato di soldati. La bandiera esposta oggi nella sala consiliare è stata offerta dai soldati che nel 1910 si trovarono per la Festa dei Soldati di Emarese, organizzata dal maggiore Pacifique Trèves, per ricordare tutti coloro che avevano servito in periodi diversi. Sempre nel palazzo municipale sono conservati nove fucili antichi, sembrano essere stati in dotazione della Guardia Nazionale, un organismo di difesa territoriale creato in Valle d’Aosta nel 1848 e sciolto nel 1876.

Il territorio comunale moderno

Vecchio Emarese, amaro medicinale
Nel Settecento, Emarese era tornata sotto l’egida dei Savoia a causa dell’estinzione della famiglia Decré. Nel 1767, con un editto del re Carlo Emanuele III, si decise che i territori comunali dei vari feudi dovevano coincidere con le parrocchie di appartenenza (all’epoca la Chiesa era un vero potere).
La parrocchia di Emarese era indipendente dalla parrocchia di Saint-Germain, così vennero tracciati i confini che, ancor oggi, delimitano il territorio comunale.
Nel 1781, Aymarese fu infeudata a Giovanni Giuseppe Domenico Vagina, originario di Bairo, in Piemonte, che acquistò il titolo di Barone. Inizia così la storia della famiglia Vagina e il legame tra Emarese e Bairo.
Una curiosità: Bairo, ai nostri tempi, è famosa per l’amaro (anzi l’uvamaro) don Bairo, però a Bairo producevano un famoso amaro d’erbe che si chiamava Vecchio Emarese, amaro medicinale.
Della famiglia Vagina parleremo in un’altra parte di questo sito. Ad essa va il merito della ristrutturazione della Chiesa di San Pantaleone che, ancor oggi, porta lo stemma nobiliare e dove recenti scavi hanno permesso il ritrovamento della tomba gentilizia di famiglia.

Bibliografia

Molte delle informazioni presenti in questa pagina sono tratte da:
Emarese, Aymarese, Imareiza: cenni storico-biografici
a cura di Laura Grivon
Ed. Centre d'ètudes Abbé Trèves


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