9 March 2025
Una settimana fa è morta Anna Maria Novallet, per tutti noi, semplicemente Anna.
La notizia si è sparsa subito velocissima, da Pont Saint Martin a Courmayeur, e mercoledì scorso in tantissimi sono saliti a Emarese per renderle l’ultimo saluto.
Siamo stati in dubbio se scrivere qualcosa.
Cosa avremmo potuto aggiungere alle belle parole di Franco Cretier che, con il cuore in mano, in poche righe ha saputo dipingere un ritratto fatto di ricordi; o agli articoli che sono apparsi sui giornali e sui social?
Anna, per tutti noi che abitiamo in questo paese, era un punto di riferimento, come il municipio, come la borna de ghiasa, come il panorama che si scorge dalla piana di Eresaz.
Qualcosa che c’è da sempre.
Qualcosa che c’è da sempre.
Qualcosa che, quando ne parli, tutti dicono “ah sì, la conosco” e magari aggiungono un loro ricordo, una loro esperienza.
Anna c’era sempre, e adesso non c’è più.
Attraversando Eresaz e vedendo le luci spente ci sentiamo, ci perdonino Egidio e Paolo, un poco orfani anche noi.
Ci mancano i suoi racconti in patois, i suoi piatti speciali, ma soprattutto la dolcezza del suo sorriso. Sorriso che elargiva generosamente e che ci accoglieva tutti i giorni a tutte le ore.
Attraversando Eresaz e vedendo le luci spente ci sentiamo, ci perdonino Egidio e Paolo, un poco orfani anche noi.
Ci mancano i suoi racconti in patois, i suoi piatti speciali, ma soprattutto la dolcezza del suo sorriso. Sorriso che elargiva generosamente e che ci accoglieva tutti i giorni a tutte le ore.
Anna avrà sempre un posto speciale nel nostro cuore come in quello di ogni persona che ha avuto il privilegio di conoscerla.